sabato 20 ottobre 2012

Istituto Italiano Di Cultura Francia



Mercoledì 3 ottobre 2012, in occasione di un viaggio di studio in Francia a Parigi dove gli alunni delle classi IV e V del Liceo Linguistico Guido Dorso di Ariano Irpino hanno effettuando un corso di lingua francese finanziato dalla comunità europea presso la sede EF di Parigi, è stata consegnata una copia del libro: “Gesualdo & Gesualdo -  La vera storia del  principe  dei  musici e del suo casato tra amore  morte creatività  musica  e  sacralità  dell’arte” alla dott.ssa Laura Napoletano, responsabile culturale dell’Istituto Italiano di cultura di Parigi.







Francesco Caloia

Istituto Italiano di Cultura Istambul



Il “Dorso di Ariano ad ISTAMBUL - Turchia

Nell’ultima settimana di maggio, il Dirigente Scolastico del Liceo Guido Dorso di Ariano Irpino prof. Francesco Caloia, con una delegazione di docenti e studenti del proprio Istituto  si è recato ad Istambul in Turchia, per uno scambio culturale nell’ambito del progetto Comenius Regional Teasure Hunt in Europe (Referente prof. Giacobbe Rocco Antonio).


La Turchia come l’Italia ha Millenni di testimonianze storiche,  un singolare stratificarsi di civiltà e di sovrapposizione di monumenti che hanno contribuito a conferire a questa terra una ricchezza monumentale unica al mondo anche se complessa e  non semplice da capire.
Monumenti, istituzioni e memorie di altissimo valore, che siamo chiamati a proteggere e divulgare nell’interesse di tutto il mondo, trattandosi di un patrimonio che appartiene a quanti sono sensibili alla cultura, all’arte alla dolcezza del buon vivere.

Il progetto Comenius prende in considerazione due livelli di confronto: quello locale e quello europeo. Concerne il passato, presente e futuro delle regioni delle nazioni partecipanti evidenziando le somiglianze e le differenze .

C’è bisogno di recuperare le proprie radici, il senso di identità; i ragazzi e non solo loro conoscono poco la loro cultura di appartenenza in un mondo globalizzato che tende ad uniformare a creare entità materiali e commerciali senza attenzione all’uomo ed alla sua spiritualità.
I giovani  hanno bisogno di sicurezza. Hanno bisogno di imparare a cooperare e fare lavoro di ricerca. Bisogna aiutarli a vedere la multiculturalità nella propria regione e nel mondo, devono conoscere la geografia, il Globo, rimapparlo senza la pretesa do colonizzarlo, questa è la sfida del XXI secolo.

Una scommessa per rimuovere ostacoli politici, economici e religiosi che potrà avvenire solo prendendo in considerazione l’architettura, arte, la poesia, la  musica, lo sport, le tradizioni, la storia, usi e costumi degli altri popoli ed imparare a rispettare ed amare come quelli della propria nazione.

Sappiamo benissimo che l’ idea di una Terra senza confini nazionali  è una chimera o forse un’assurdità. Basta considerare che nell'epoca che si definisce globalizzata i1 90%  deg1i abitanti non ha mai lasciato la nazione in cui é nato. Per miliardi di persone del XXI secolo, confini, Stati, tradizioni e rapporti di forza tradizionali continuano ad avere un’importanza cruciale, immediatamente comprensibile osservando il business industriale e militare sorto nella costruzione, il controllo e la difesa dei nuovi muri. Da quello tra Israele e Palestina a quello tra Stati Uniti e Messico.

I giovani hanno bisogno di conoscere il ruolo della propria regione e della propria nazione  nell’ambito europeo e superare gli stereotipi e i pregiudizi. Hanno bisogno di migliorare la conoscenza delle lingue  per  comunicare e trarre sollecitazione e forza per la vita quotidiana  per il superamento di tante avverse condizioni sociali, economiche, politiche di questo momento storico e dare il proprio contributo nella missione corale dell’Umanità che dovrebbe essere tesa verso sempre nuovi traguardi di serenità di progresso scientifico e di concordia sociale.








In occasione della visita ad Istambul al fine di far conoscere la vita e l’opera di un personaggio della nostra terra, Carlo Gesualdo principe dei musici,  è stata  consegnata alla dott.ssa Gabriella Fortunato, direttrice (napoletana) dell’Istituto Italiano di Cultura  di Istambul,  una copia del libro: “Gesualdo & Gesualdo -  La vera storia del  principe  dei  musici e del suo casato tra amore  morte creatività  musica  e  sacralità  dell’arte”



Francesco Caloia

sabato 17 dicembre 2011

Presentazione del libro GESUALDO & GESUALDO a Napoli


GESUALDO  & GESUALDO
di Francesco Caloia


Intervento della scrittrice Mirella Napodano alla presentazione del libro a Napoli il 14 dicembre 2011 nell' oratorio del Vasari nella chiesa di Sant'Anna dei Lombardi

L'approssimarsi del quarto centenario della morte di Carlo Gesualdo, duca di Venosa e principe dei madrigalisti, che celebreremo nel 2013, sta facendo registrare in tutta Europa un aumento esponenziale dell'interesse per la figura di questo personaggio intrigante, che ha scritto alcune tra le pagine più sublimi della storia della musica, ponendosi soprattutto come l'iniziatore del canto polifonico.  Ad Avellino e a Napoli, come pure in regioni come la Basilicata e l'Emilia Romagna, sono sorti comitati di studio coordinati in sede europea dal maestro Claudio Abbado, finalizzati alla pubblicazione integrale delle sue opere, sia in forma cartacea (copie anastatiche degli spartiti originali) che in forma digitale. Altri Enti a vario titolo collaborano alla buona riuscita dell'iniziativa: tra cui la Soprintendenza speciale per il polo museale napoletano, l'analoga struttura della città di Firenze, il Museo archeologico di Venosa, gli enti provinciali e comunali di Potenza, Avellino, Napoli, Ferrara, Modena e Reggio Emilia.
Mi piace pensare che l'opera composita di Franco Caloia si ponga in questa dimensione di ricerca, di scoperta - contemporaneamente - di un artista e delle proprie radici culturali e storico-antropologiche. Perciò si tratta di un libro  sui generis, che pone l'auspicio di una rivisitazione delle radici come percorso identitario di riconoscimento. Ora, il riconoscimento - come si sa - è uno dei bisogni fondamentali dell'essere umano: riconoscimento di sé, della propria identità, delle proprie origini. Ogni vero percorso di amicizia e di amore nasce da un reciproco riconoscimento. Per questo l'autore identifica - e invita il lettore a fare altrettanto - il piccolo borgo di Gesualdo come luogo dell'anima, terra magica ed austera, madrigal paese dove tutto, dai vecchi muri che hanno udito per primi i madrigali del principe dei musici fino al paesaggio dai cromatismi mutevoli con il cambiare delle stagioni, tutto congiura per farsi ricordare, anzi per lanciare messaggi di rimando ad una realtà del passato che implora di rivivere anche per mezzo nostro, di ciascuno di noi.  Sì, perché Francesco Caloia crede profondamente nel valore catartico dell'arte, ma lo colora di uno sfondo civile e quasi patriottico, cosa che con i tempi che stiamo vivendo mi sembra proprio un messaggio urgente ed eticamente orientato, specie perché principalmente rivolto ai giovani, con piena consapevolezza della propria mission educativa. Un recupero estetico rivolto alle giovani generazioni in collaborazione  con i padri e i nonni: quasi un passaggio di testimone. 
Ma c'è dell'altro. Nella vita di tutti e di ciascuno arriva il momento in cui si sente l'esigenza di raccontarsi: scrivere in forma biografica e/o autobiografica rappresenta un tentativo di cura di sé (o cura sui, come dicevano i latini, che se ne erano già accorti). Oggi le scienze pedagogiche - o come io preferisco definirle, le scienze relazionali -  assegnano al pensiero biografico e narrativo un ruolo di grandissima importanza nella formazione dei giovani e ancor più degli adulti, nel quadro di quella che si usa definire formazione in tutto l'arco della vita. L'uso della biografia come cura di sé è stato ed é tuttora praticato in tutto il mondo, mentre in Italia il massimo esponente di questa scuola di pensiero é Duccio Demetrio, grandissimo esperto di formazione degli adulti.
Dunque, tornando a quest'opera “diversamente creativa”, come argutamente la definisce l'autore stesso, essa nasce da uno sforzo generoso  di attualizzare il passato: non pura memoria, dunque, ma rivisitazione, rinnovamento, ri-creazione. E come tale assume la forma di un viaggio che si svolge contestualmente nella vita di Gesualdo-paese e Gesualdo-musico. Come in tutti i viaggi, si fanno degli incontri...incontri con persone, paesaggi, antichi manieri, casupole affastellate ai piedi del poderoso castello, ma anche incontri con diversi linguaggi poetici che l'autore ha voluto incasellare tra le pagine, un po' per interrompere il racconto e un po' per riannodarlo  e non saprei dire quale delle due cose di più.
E' così che si verifica in questo testo la compresenza del saggio, della poesia, del racconto, della narrazione biografica, della realtà e della fantasia indispensabili per intessere la trama di un romanzo storico. Il tutto ancora una volta sormontato dall'antico e intrigante castello, la cui sagoma austera si staglia sul cielo terso di Gesualdo, terra di chiese e di un perdono invocato con struggente intensità.
Il testo di Francesco Caloia è strutturato in più approcci, come ben si conviene ad un'opera che si pone in un'ottica multidisciplinare: c'è un approccio storico, che occupa la gran parte del libro, spaziando con dovizia di particolari dal neolitico ai giorni nostri, con l'occhio sempre puntato sulla figura e le gesta del principe dei musici; c'è un approccio profondamente sentimentale, decisamente  romantico, dedicato all'amore e all'amore che muore. In questa sezione, si indaga a 360 gradi sul sentimento più forte del mondo, a cominciare dal mito immortale di Poros e Penìa tramandato da Platone nel Simposio, passando poi per tutte le accezioni anche sociologiche e per tutte le declinazioni emozionali del sentimento che occupò in maniera così corposa la vita e la musica di Carlo Gesualdo.
Franco Caloia ci ricorda il destino della nostra generazione, caratterizzata dalla contemporanea appartenenza a due epoche storiche: quella rurale/artigianale/preindustriale e quella postindustriale/postmoderna/digitale. Circostanza questa veramente singolare nella storia dell'umanità per la velocità dei cambiamenti, che sottrae spazio alla capacità di adattamento e di assimilazione dei singoli individui. Ed ecco quindi sorgere  una sottile nostalgia, che è secondo me  l'autentico leit motiv di quest'opera, che affiora di tanto in tanto nelle parole dei poeti, nelle splendide immagini degli artisti, ma soprattutto nei paesaggi e nelle vecchie pietre che sempre si intravedono - come un fondale - dietro le righe di parole e tra gli spazi bianche dei fogli di questo bel libro.

                                                                               

Dopo gli interventi dei relatori, dei poeti e degli attori Santa Capriolo e Salvatore Mazza che hanno recitato alcuni brani tratti dal libro Gesualdo & Gesualdo il quartetto vocale ESEDRA composto da: direttore Ferdinando De Martino, primo soprano Maria Siringano, secondo soprano Gabriella Romano, contralto Silvia Tarantino, tenore Roberto Franco, basso e flauti Angelo Florio, percussioni Francesco Manna, ha eseguito i madrigali Arde il mio cor,  Io tacerò, Che fai meco mio core di Gesualdo  da Venosa   e madrigali di altri autori.

sabato 29 ottobre 2011

Corriere dell'Irpinia Mercoledì 26 Ottobre 2011


Quotidiano della Basilicata del 25 ottobre 2011


DA : Il Quotidiano della Basilicata del 25 ottobre 2011

VENOSA- Per un intero pomeriggio Carlo Gesualdo, Principe di Venosa, è tornato nel suo castello per assistere al dibattito su “La vera storia del Principe dei Musici e del suo casato”.  Amore, morte,  creatività, musica e sacralità dell’arte: questi i temi trattati da studiosi ed  esperti  nella residenza del grande madrigalista, conosciuto ed aprezzato in tutto il mondo. A fornire l’occasione per approfondimenti storici  sulla figura del Principe di Venosa e  riflessioni acute sulla musica del grande madrigalista, la presentazione del  volume di Francesco Caloia  “Gesualdo & Gesualdo”  ( Per Versi Editori). Il libro racconta la  straordinaria vicenda umana e artistica di un grande personaggio, Carlo Gesualdo. Per far emergere in tutta la sua profonda e variegata dimensione  la figura del Principe-Madrigalista l’autore sviluppa     considerazioni religiose, filosofiche, storiche e letterarie, racconta favole, riporta riflessioni artistiche ed estetiche, dipinge medaglioni sui personaggi più disparati, riproduce lettere e documenti,  descrive luoghi e viaggi,  riporta citazioni famose e  poesie. Un’opera enciclopedica, che affronta contemporaneamente  aspetti storici, letterari, artistici, culturali, legati insieme dall’amore  dell’autore verso Gesualdo. Dopo  400 anni  il grande madrigalista continua a suscitare passioni in chi lo incontra. “Abbiamo riscontrato  la passione di chi si dedica allo studio di Gesualdo- ha sottolineato il Sindaco di Venosa, Bruno Tamburriello- . Come quella che ha mosso  Giovanni Savignano a scrivere, e presentare qui a Venosa, “Intrighi- Carlo Gesualdo tra musica, amore e morte”, o Antonio Vaccaro a scrivere  “Carlo Gesualdo Principe di Venosa”. O come la passione che muove i componenti la corale “Gesualdo da Venosa. O la passione che ha mosso lo stesso Abbado a venire a Venosa per conoscere i misteri   della musica di Gesualdo. Purtroppo-ha concluso Tamburriello- A causa delle difficoltà  economiche  in cui versano tutti gli enti locali, siamo in ritardo nella predisposizione del programma per le celebrazioni nel 2013 dei 400 anni  dalla morte di Gesualdo. Venosa non vuol perdere questa occasione e vuole contribuire a far conoscere la figura poliedrica del suo illustre concittadino”. La passione per l’opera di Gesualdo è scoppiata nell’autore del volume solo quando, dopo il terremoto,  si è dovuto allontanare dalla sua terra natia (Gesualdo) nelle varie sciuole del nord Italia “Lì mi sono accorto che un mio concittadino era conosciuto ed apprezzato- ha confessato Francesco Caloia- Solo allora mi sono dedicato allo studio e all’approfondimento dei vari aspetti della vita e dell’opera di Gesualdo”.Da questa passione e dopo anni di ricerca, oltre al volume presentato a Venosa, è scaturito uno spettacolo teatrale, un film (finanziato dalla comunità europea) e un corso di aggiornamento riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione.  Nel corso della presentazione del volume sono state lette alcune delle poesie inserite nell’opera a cura del poeta Irpino  Nicola Prebenna ed è stato  proiettato il docufilm: “Carlo Gesualdo tragico Principe tra Musica Amore realizzato dal Liceo Guido Dorso di Ariano Irpino.  Hanno relazionato sul  tema “Un principe del Rinascimento Meridionale: “Gesualdo da Venosa, tra arte, musica, amore e morte”:Mario Lasala Istituto “Q. Orazio Flacco”di Venosa; Gianfranco Stanco docente Ricercatore, professore  di Storia del diritto medievale e moderno - Università Lum “Jean Monnet”; Alberto Di Flumeri dottorando di ricerca Università del Sannio; Nunzio Lucarelli Psicologo.                                                              
 Giuseppe ORLANDO