lunedì 19 settembre 2011



Articolo pubblicato sul "Corriere dell'Irpinia" di Domenica 18 Settembre 2011 a firma del maestro Antonio Polidoro, docente di Storia della Musica presso il Conservatorio San Pietro a Maiella di Napoli.


Un nuovo lavoro si aggiunge ai tanti che, segnatamente in questi ultimi tre anni, hanno affrontato, con approcci ed esiti diversi, temi gesualdiani.
Un fervore pubblicistico che coincide con l’appressarsi delle celebrazioni che, a quattrocento anni dalla scomparsa del Principe della Musica, potrebbero sottolineare una particolare attenzione (si spera in direzione della produzione musicale più che delle vicende personali) nei confronti del grande polifonista.
Stavolta si è cimentato il preside Caloia, uomo di scuola e ricercatore appassionato di cose gesualdine.
Caloia sceglie di raccontare quanto più è possibile di Gesualdo e del Principe Gesualdo, della grande famiglia che espresse amministratori attenti e prelati di grosso spessore, dei Castelli del feudo, delle vicende storiche e culturali dell’epoca, di quel particolare momento della storia della musica, delle riletture dell’opera gesualdiana ma sempre, dove è possibile, citando, indicando, riportando le fonti, un'operazione utile e preziosa che spiana la strada a quanti, desiderosi di approfondire gli aspetti biografici e musicali intorno alla figura di Carlo Gesualdo, hanno a portata di mano la possibilità di reperire in uno stesso testo i materiali di base propedeutici ad ogni tipo di ricerca. Il titolo, brillante e significativo, evoca la coincidenza tra il nome del paese  che ha visto il Principe impegnato nella composizione dei suoi ultimi madrigali e il nome stesso del grande musicista e al tempo stesso coglie l’innegabile simbiosi tra i gesualdini e il loro Principe.
Gesualdo & Gesualdo, il Principe e il suo Castello, il Principe e il luogo in cui componeva e stampava la sua music..., danno vita ad un racconto che propone accanto all’esame delle fonti, momenti di “libertà”, libertà di spaziare "in libertà" tra le mille notazioni e suggestioni che un ambito storico-culturale come il nostro Rinascimento consente.
Due presentazioni pregevoli e acute di due raffinati intellettuali irpini, l’onorevole Ortensio Zecchino, studioso insigne, già Ministro dell’Università e il professor Giuseppe Mastrominico, docente di Storia del Diritto alla Federico II, Direttore dell'Istituto Italiano di Studi Gesualdiani.
Il professor Zecchino definisce “opera originale” il lavoro di Francesco Caloia e coglie proprio quella libertà dagli schemi di cui si diceva.
“Il suggestivo racconto di Francesco Caloia, scrive nella sua prefazione, fatto di divagazioni d’ogni tipo [...] insuscettibile di inquadramento in un genere, frutto evidente della fatica di molte ricerche e di una lunga gestazione…”. Corposa ed articolato l’intervento di Mastrominico per il quale “Il risultato finale dell’opera è un continuo ritorno alle radici avvertito dall’autore come esigenza primaria, tanto da piegare ad essa il patrimonio delle proprie conoscenze (filosofiche e religiose, letterarie ed artistiche) e, là dove necessario, il rigore della storia. Questa, infatti, nei suoi grandi e piccoli risvolti, viene fatta convivere con i cosiddetti percorsi del riconoscimento: così ora sono chiamati quegli itinerari che rendono possibile non solo la conoscenza, ma anche l’elaborazione di un avvicinamento al passato che, sottratto all’oblio, ridestato, può essere nuovamente vissuto”.
Non meno interessante la postfazione del professor Paolo Saggese che nota tra l’altro come “la ricerca storica, artistica, letteraria, musicologica si alterna con la memoria personale e rende, così, il libro bellissimo e godibilissimo”.
In realtà il libro si segnala anche per una ricchezza iconografica che è felice e generosa anche perché frutto dei solidi studi artistici dell’autore che si è formato nella prestigiosa Accademia di Belle Arti di Bologna.
 Con mano sicura Caloia offre il frutto di una selezione illuminata e ragionata di opere pittoriche, scultoree come di disegni di autori nostrani che hanno avvertito il gusto di cogliere la poesia della terra irpina.
Non mancano le voci dei poeti che hanno cantato Gesualdo e l’Ipinia e che, col concorso delle testimonianze artistiche, tendono a  realizzare un discorso “a più voci” teso a riaffermare un amore sconfinato per le terre, la storia, le tradizioni di un terra che, nei meandri delle “divagazioni” di cui parlava Zecchino, si fa strada come protagonista, neppure troppo nascosta, del corposo lavoro.
Il capitolo dedicato alla musica consente di inquadrare il nostro polifonista nel particolare momento della storia della musica a Napoli e nel più ampio spettro della  Storia della Polifonia.
Caloia tratta la materia musicale con l’attenzione, direi il pudore, di chi non essendo un tecnico nel campo, si attiene a quanto hanno scritto gli studiosi più avvertiti.
Vien fuori una fisionomia musicale del Principe molto vicina ai giudizi dei grandi specialisti del Rinascimento Musicale europeo, il gusto per “il complicato” di un musicista ben “catalogato” come geniale “manierista che presagisce il barocco”.
Lo stesso professionista della musica in vena di approfondimenti può trovare assai utile la consultazione delle struttura delle opere del Principe con l’elenco dei brani.
I medaglioni, di cui parla il professor Zecchino, intendendo gli approfondimenti su figure, aspetti della complessa realtà storico-culturale dell’epoca, diventano una operazione felicissima sul piano didattico. In una ipotetica realtà scolastica impegnata nello studio interdisciplinare di Gesualdo e della sua epoca non sarebbe, così,  difficile il reperimento di notizie, fondamentali per l’economia generale degli approfondimenti, e in grado di allargare gli orizzonti: vere e proprie schede che l’uomo di scuola, in forza delle sue competenze professionali, mette a disposizione di studenti e discenti. L’esempio di una scheda sul clavicembalo può essere particolarmente efficace se si sottolinea che questo “momento organologico” offre, oltre ad una bella immagine, la presentazione dello strumento, la sua evoluzione nell’ambito della storia della musica e della società dell’epoca.
Ed è proprio l’uomo di scuola che vien fuori, alla fine, dai meandri di un discorso complesso, è il caso di dirlo, interdisciplinare, nel quale l’autore non riesce a sottrarsi alla sua “qualità” di preside (non uso l’odiosa definizione di dirigente scolastico, dizione asettica che non individua più nel capo d’istituto quella guida preziosa sul piano del coordinamento didattico che meglio delineava un funzione preziosa e delicata).
Il libro, è, in definitiva, un prezioso scrigno di notizie, di giudizi, di inquadramenti storici, di sottolineature interdisciplinari dei prodotti letterari, musicali, artistico-figurativi di un'epoca complessa e decisiva nella storia della cultura europea, un’opera che, mentre divaga, ammaestra e raccoglie dati, documenti, immagini. E, a proposito di immagini (curate molto bene anche sul piano grafico dagli attenti editori della Casa  “Per Versi”), non si può non sottolineare la scelta di una immagine inusuale del Principe che campeggia nella bella copertina. La tipologia della croce e la spada potrebbero portarci altrove se l’autorevolezza delle nostre Sovrintendenze (che è autorevolezza dello Stato in fatto di Beni Culturali) non ci consentisse di abbandonarci alla ufficialità (un tempo si sarebbe detto “governativa”) delle catalogazioni.
L’opera è infine , come è stato scritto, un atto d’amore per Gesualdo e per le sue radici storiche.
 Tra qualche giorno l’Istituto che coordina per conto del Comune il progetto per le celebrazioni del prossimo quarto centenario della morte del Principe renderà note le realizzazioni, gli appuntamenti, i Calendari. Il progetto è stato frutto delle discussioni e valutazioni di un Consiglio di Amministrazione composto da colti e d impegnati cittadini gesualdini, cittadini consapevoli, proprio come il preside Caloia che, sia Gesualdo che il suo Principe, non sono “materia" tra trattare a colpi di semplificazioni, approssimazioni, banalizzazioni.

 “Noblesse oblige!”

                                                                                                                            







domenica 11 settembre 2011

Dove acquistare il libro

Gesualdo & Gesualdo  - La vera storia del Principe dei Musici e del suo casato tra amore, morte, creatività, musica e sacralità dell’arte

Casa editrice Per Versi

Finito di stampare in agosto 2011 dalla tipografia Villanova di Grottaminarda - Avellino


Il libro si può acquistare direttamente o ordinandolo c/o

  • Libreria Musicale Simeoli Via San Pietro a Maiella n°5 - 80138 Napoli Tel. e Fax 081- 459885   dal sito  http://www.musicasimeoli.com   -  con  informazioni alla mail :   Info@musicasimeoli.com

  •   Libreria Neapolis Via S.Gregorio Armeno    n°4 - 80138 Napoli Tel e Fax 081-5514337             dal sito http://www.librerianeapolis.it/new/ - con informazioni alla mail :  info@librerianeapolis.it  
  • In molte librerie napoletane del centro storico oppure c/o il Museo Diocesano di Napoli Donnaregina Nuova Tel. 081 5571365
  • Ad Avellino c/o la libreria Guida P.le Amedeo Guarino 15- 19 Tel. 0825 26274
  • Ad Ariano Irpino  presso la libreria Guida oppure c/o la libreria Mainiero o nelle principali edicole
  • A Gesualdo c/o l'edicola in C.so Italia - oppure ordinandolo presso vincenzodamelio@libero.it
per contattare l'autore:  francescocaloia@libero.it

venerdì 9 settembre 2011

Presentazione



GESUALDO & GESUALDO é un opera originale scritta da me Francesco Caloia  

In questo libro si parla del passato e del presente di Gesualdo, il mio luogo dell’anima, dove ho trascorso gli anni fatati e favolosi dell’infanzia e dell’adolescenza. E’ un piccolo centro di circa 4.000 abitanti in provincia di Avellino fra la valle del Fredane e dell'Ufita, su di una collina a 600 mt di altezza, dove sotto un limpido e trasparente cielo, svetta imperioso il castello che fu del principe dei musici Carlo Gesualdo.